Non è solo la vita a bordo che fa di un uomo un pirata: è lo stile che conta… E, secondo noi, una delle più autorevoli incarnazioni di una vita piratesca è Keith Richards.

L’eterno chitarrista dei Rolling Stones dovrebbe essere nominato Capitano Pirata ad honorem, e non a caso Johnny Depp, nel lavorare all’interpretazione di Jack Sparrow, ha sempre detto di essersi ispirato a lui. Nel 2007, il Nostro, non per caso, interpreta anche il ruolo del padre di Jack Sparrow in “Pirati dei Caraibi – Ai confini del mondo”
Ora ha 71 anni ma ne dimostra un numero indefinito, continua la sua solita vita da rockstar (anche se, forse, con qualche eccesso in meno) e ha sempre l’aria irriverente (oltre al look indiscutibilmente azzeccato) che ogni pirata deve possedere nel DNA.

Alcuni episodi in particolare, giunti alle cronache e rimasti famosi, fanno capire bene il tipo:

1965 – C’è mancato poco
La vita di un pirata si sa, è rischiosa: se il pirata in questione è Keith Richards, il rischio aumenta. Anche quando non ci mette del suo. Durante un concerto a Sacramento, toccò l’asta del microfono con la chitarra e, probabilmente per un sovraccarico, venne colpito da una forte scarica elettrica.
Uno spettatore raccontò «ho letteralmente visto Keith volare indietro in aria. Ho pensato che fosse morto. Sono rimasto inorridito. Siamo rimasti tutti così».

Richards venne intubato e portato d’urgenza all’ospedale, dove rimase qualche ora tra la vita e la morte prima di riprendersi del tutto. Pare le suole di gomme delle scarpe che indossava abbiano contribuito ad evitare il peggio.

1967 – Un viaggio a Ph basso
Quell’anno, avvisata da un quotidiano scandalistico, la polizia si reca alla sua tenuta in Inghilterra e trova Richards, assieme ad altri noti scapestrati, tra cui Mick Jagger e Marianne Faithful, in pieno trip da LSD. Keith Richards, ricordando l’accaduto, ebbe a dire: «Bussano alla porta, guardo fuori e c’è un esercito di nani».

1972 – Dal mare ai monti
Quell’inverno, da brava rockstar nei guai con la giustizia, Keith Richards non poteva passarlo in Inghilterra (aveva problemi col fisco) né in Francia (aveva problemi di droga); venne ospitato in Svizzera nello chalet della famiglia di Anita Pallenberg, sua compagna dell’epoca.
Capitan Keith non sapeva sciare e non aveva neanche accesso alle amate polverine di cui era dipendente (non tutti i pirati si nutrono di rum). Poiché un pirata deve essere anche un uomo ingegnoso, la soluzione alla mancanza fu trovata in quattro e quattr’otto: lezioni di sci, e via…: «Avrei fatto qualsiasi cosa per averla, e visto che dovevo passare dalle frontiere, ho dovuto capire come risolvere la situazione!»

2007 – Un colpo di testa
Non un colpo di testa in senso metaforico, ma uno vero: in vacanza alle Fiji (quale pirata non vi ha seppellito un tesoro?), stava camminando sul ramo di un albero a un paio di metri da terra (attività motorie che tutti gli anziani fanno…), quando scivolò, sbattendo la testa sul tronco. La botta non ebbe conseguenze apparenti, ma dopo qualche giorno Richards si sentì male e venne portato d’urgenza in Nuova Zelanda per essere operato alla testa. Naturalmente, dopo poche settimane era di nuovo sul palco.

Sappiamo bene che un qualsiasi altro pirata non potrebbe sopravvivere a lungo su questi binari, e di certo non vi incoraggiamo a farlo… Ma vi incoraggiamo a raccontarci i vostri aneddoti più “pirateschi” sulla nostra pagina Facebook!

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